Michele Pietro Ghezzo

ELENCO DEI TITOLATI ITALIANI 2014
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BLASONARIO GENERALE ITALIANO

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Ghezzo Tardivo

Conti (mf.); Signori di Aurissi, Santa Maria del Mare, San Pietro in Volta, Portosecco, Pellestrina, Terrazzo, Begosso e Nichesola (mf.); Nobili di Chioggia (mf.); Patrizi Veneti (mf.); N.H. e N.D. Arma: inquartato: al 1° di rosso alla banda d'oro, accompagnata da 6 stelle d'oro, 3 in capo poste 2, 1 e 3 in punta poste 1, 2 (Ghezzo di Aurissi); al 2° troncato nel 1° d'azzurro a 3 stelle di 6 raggi ordinate d'oro, nel 2° d'argento ad una pianticella di 3 rose rosse, gambute e fogliate di verde, poste a ventaglio (Ghezzo Tardivo); al 3° fasciato d'argento e d'azzurro di 4 pezzi, con la prima fascia caricata di 2 croci scorciate rosse e la terza fascia caricata di una croce scorciata rossa (Marcipagani); al 4° d'azzurro al pino verde fruttifero d'oro, il tronco caricato di 3 fasce d'argento (Traversari); sul tutto: d'azzurro alla fascia d'oro accompagnata in punta da un crescente montante rosso (Ghezzo di Siria). Tenenti: a destra un gatto marmorizzato coronato, a sinistra un gatto al naturale coronato. Cimiero: San Pietro con le chiavi del Regno (d'oro a destra, d'argento a sinistra). Motto: NEMO ME IMPUNE LACESSIT. Arma rappresentata nel Blasonario Generale Italiano.

Famiglia iscritta nel Registro della Nobiltà Italiana e nell'Annuario della Nobiltà Italiana.

Secondo le antiche cronache d'archivio di Aleppo e Damasco, Ghezo (o Gezo), figlio di Nereide, figlia del re Priamo, fuggito da Troia, dette origine alla tribù berbera dei Ghezo (o Ghezzo, tuttora fiorente), da cui discese un altro Ghezo che regnò sulla Siria. Direttamente da lui proviene quel Ghezo, Signore della Rocca d'Acri, che, nel 966, passò in Venezia; qui i Ghezzo, suoi discendenti, furono ascritti al Maggior Consiglio nel 1270 (rimanendovi alla serrata del 1297), per la vittoria riportata da Pantaleone sui Genovesi e i Pisani al largo di Rodi. Ermolao fu infeudato, il 27 febbraio 1289, di Aurissi in Grecia dal castellano di Modone e Corone e, nel 1312, fu elettore del Doge Giovanni Soranzo. Il castello dei Ghezzo si trovava in località Dargenin, presso Corone: tuttora ne sono visibili le antiche, dirute vestigia. Raffaele fu Arcidiacono di Torcello e Canonico di San Marco. I Ghezzo ricoprirono alte cariche pubbliche a Venezia: Natale fu Podestà di Emona e membro della Quarantia, Pantaleone fece parte dei Rogati, fu Inquisitore di Stato, Capo del Consiglio dei X e Bailo di Cipro. Nicolò, Sopracomito di galera, morì sul fiume Boiana il primo agosto del 1474, durante l'assedio turco di Scutari. Nel 1468 furono investiti del titolo comitale dall'Imperatore Federico III. Trasferitisi in Candia, si stanziarono poi sull'isola di San Pietro in Volta (Venezia), ove ebbero ampi possedimenti e sepoltura nell'antica chiesa, dinanzi all'altare di Sant'Andrea, in seguito nella cappella gentilizia del cimitero.

Si imparentarono, assumendo il doppio cognome, con i Marcipagani, passati a Venezia dalla Marca Anconetana il 7 settembre 914, che furono tribuni antichi e saggi, aggregati al Maggior Consiglio nel 1247, rimanendovi alla serrata. Costoro fecero edificare la chiesa di San Pietro in Volta nel 965. Nel corso dei secoli contrassero matrimoni con varie famiglie patrizie venete, come i Bragadin, i Sanudo, i Bon, gli Zorzi, i Dono e si imparentarono con i Duchi Traversari di Ravenna che in loro si estinsero. Dalla fine del XVIII secolo, i Ghezzo, Patrizi Veneti, aggiunsero al proprio anche il cognome Tardivo.

Lo stemma dei Ghezzo di Aurissi è miniato in vari blasonari e scolpito su lapidi e facciate di innumerevoli palazzi, mentre quello del ramo di Chioggia è ricordato nell'«Armoriale delle Famiglie Chioggiotte» steso nel 1780 da Giacomo Chiozzotto, ed è scolpito sulla lapide posta sulla facciata di Palazzo Ghezzo Tardivo di San Pietro in Volta, in ricordo del passaggio del Sommo Pontefice Pio VII.

Domenico, nella metà del XIX secolo, fondò la banca privata più importante della Romagna: il «Banco Domenico Ghezzo»; suo figlio Emilio (1814-1894), fu Presidente della Cassa di Risparmio di Ravenna. Giuseppe Maria (1852-1934) fu apprezzato scultore ligneo e musicista; sua madre Francesca (1814-1889), cugina del citato Emilio, parimenti, fu insigne musicista. Monsignore Giovanni fu il più noto scrittore antimodernista, caro a Papa Pio X; Nicolò Stefano (1891-1937), suo pronipote, fu illustre Medico Chirurgo e Generale del Regio Esercito. Floriano Peppino Narciso (1925-1983), figlio di Nicolò Stefano, fu Direttore dell'Istituto d'Igiene dell'Università Cattolica di Roma, Direttore Generale dell'Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza sul Lavoro (I.S.P.E.S.L.) e conosciutissimo studioso.

Lo stemma ha ottenuto la Certificacion del Escudo de las Armas dal Cronista Rey de Armas del Regno di Spagna, don Vicente de Cadenas y Vicent, il 20 feb. 2002, vistato dal Ministero di Giustizia in pari data. Il predicato nobiliare "di Aurissi" ed il blasone sono stati riconosciuti dal «Bureau of Heraldry» della Repubblica del Sud Africa con Decreto n. 1084, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 23 ago. 2002. I vari titoli, lo stemma e i trattamenti sono stati in seguito riconfermati, assieme ad altri, principeschi e ducali, all'attuale rappresentante da S.A.R. il Prircipe di Kiev, Tchernigov e Karatchev, Pretendente al Trono dell'Ucraina, Michel Karatchevsky-Volk.

Attuale rappresentante:

N.H. Conte Michele Pietro, Signore di Aurissi, Santa Maria del Mare, San Pietro in Volta, Portosecco, Pellestrina, Terrazzo, Begosso e Nichesola, Nobile di Chioggia, Patrizio Veneto, n. a Padova il 3 feb. 1963, Dottore in Lettere Antiche, specializzato in Biblioteconomia e Bibliografia, Colonnello della Milizia Ucraina, Commissario C.I.S.R.I., scrittore, saggista, archivista, araldista, giornalista, Research Assistant presso la University of Western Australia di Perth (Università statale australiana), Vice Presidente della Società Dalmata di Storia Patria di Venezia, Presidente a vita della Fondazione «Franca Melchiori Fasan ONLUS» (Ente Giuridico per la Protezione degli Animali), fondatore nel 1991 e tuttora Direttore Responsabile del trimestrale «Universi», inventore dei prodotti «Amì» alimenti per animali d'affezione a base esclusivamente vegetale esportati in tutto il mondo, Perito Stimatore d'Arte con Specializzazioni in Antiquariato, Araldica e Genealogia presso il Tribunale di Padova, autore di innumerevoli pubblicazioni, monografie e saggi in italiano, latino e lingue straniere, Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon di Roma, Membro dell'Accademia Araldica Nobiliare Italiana.

Zie: N.D. Contessa Prof.ssa Dott.ssa Rosanna, n. a Montegalda il 18 gen. 1923 m. a Padova il 26 nov. 2013, e N.D. Contessa Giancarla, n. a Montegalda il 2 gen. 1932.

GHEZZOGHEZZO